[ -10 left days ] Lettera da una professoressa
Cari ragazzi,è il 9 luglio del 2009, è sera (quasi notte) la commissione 00671 è stata chiusa a scuola per 12 ore (non preoccupatevi, lo scrutinio è durato molto meno…) principalmente per questioni burocratiche, e sono stanchissima, ma stasera si concludono e poi si aprono molte cose e io vi voglio scrivere, prima di domattina, prima che escano i quadri, prima che a qualcuno venga l’impulso di inviarmi qualche cactus…
Naturalmente spero di no.
Secondo me siete stati davvero bravi. Certo, i voti non sono per tutti uguali. Qualche cosa fatta meglio, qualche altra fatta un po’ meno bene…Certo, qualche punticino manca all’appello (e mi dispiace - tanto) ma per il resto io credo che sarete contenti. Io lo sono molto, insieme a Clelia e Nilla, che oggi è passata a scuola.
Cari ragazzi, vi abbiamo visto brillare (va bè, certi tipi non lo hanno fatto molto, ma loro lo sanno, via, che lo sanno). Le vostre tesine (pardon, i vostri percorsi) erano belli tutti (va bè, qualcuno ha stravolto il mio povero Leopardi, ma lo perdono…qualcun altro ha tirato solo giù quattro parole su Dante, ma mi tocca perdonarlo lo stesso) e hanno di sicuro pesato sul voto.
Avete fatto delle cose belle, originali, sentite e vostre. Vi siete espressi in modo fluente, chiaro e corretto. Siete stati spigliati e sinceri.
Io credo di sapere perché è successo tutto questo. E’ successo perché siete in gamba voi, ovviamente, perché siete intelligenti e vitali, ma poi è successo che ci siamo voluti bene, ci siamo scambiati passioni e fiducia. Intendo tutti, alunni e professori.
Non sempre succede, ma io credo che vi siate fidati di noi. Vi siete fidati della passione che noi insegnanti mettiamo nelle nostre discipline, della serietà e della lealtà con cui lavoriamo, della cura.
Concedetemi di sognare: mentre voi ci facevate innamorare della vostra bellezza, forse noi un poco vi abbiamo contagiato.
Senza nemmeno starci a pensare troppo, sotto la pelle, nei nervi e nei muscoli che fanno sorridere il viso, forse avete anche voi un pochino finito per pensare che davvero la cultura è importante, che davvero l’intelligenza si coltiva, che il nostro essere si migliora. Non vi abbiamo fatto sconti, io non ve l’ho fatti.
Adesso ve lo posso svelare. Ogni tanto mi dicevo: “tu sei matta. ‘Sto programma è troppo ambizioso, fermati. Fai meno cose”. E invece non mi sono fermata.
Lo sapevo che ce l’avreste fatta a studiare tutto e tanta letteratura (chi più, chi meno….).
Non vi ho fatto sconti e forse voi avete capito, sotto la pelle, che era giusto così, che la forza e la dignità si conquistano così, non con i piccoli gesti di certi scolastici opportunismi.
Vi ha appassionata l’idea di fare le cose bene, di metterci cura, di fare cose interessanti, oltre al fatto che probabilmente vi ha spinto anche una sana ambizione. L’amor proprio è una bella cosa, e anche questa va coltivata.
Vi ricordate le tante domande che mi facevate sulla tesina? Tutto il tempo dedicato a parlarne (di venerdì, naturalmente)? Ha dato i suoi frutti, come lo hanno dato le discussioni con gli altri insegnanti.
E poi vi ricordate quel parlare apparentemente di altro? Quel lasciare ogni tanto la strada su cui eravamo, per qualche digressione, quelle che ci venivano? Non era perdita di tempo, era apertura al mondo, all’intelligenza, alla cultura.
Adesso ve lo posso svelare…non era caso, è pedagogia pura, è precisa scelta didattica.
Forse quello che ci ha dato così tanta gioia in questi esami, è stata una speranza: la cura, la dignità, la curiosità intellettuale, la gioia di vivere, la lealtà, sono tutti valori che i vostri insegnanti hanno cercato di comunicarvi. E forse sono arrivati. Se sì, io spero che vi possano portare tanta fortuna (ach…sto finendo il mio scritto con una speranza…va bè, tanto mica è un tema).
Se sì, spero che vi resti anche un’ultima cosa: per dirla con parole semplici, ci abbiamo messo amore. E l’amore germoglia sempre, e ne genera altro .
Via auguro una vita piena di amore. Mi restano di voi molte cose, di ognuno di voi.
Le metto nella mia valigia, agito il fazzoletto in segno di saluto e vi mando i miei abbracci.
Per sempre vostra Prof. (per gli amici Paola).
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