domenica 26 luglio 2009

Vis Musicae: Arte, cultura e lingua dei segni

Chi si ostina a formulare pareri scientifici riguardo alle patologie uditive senza un adeguato ed esauriente approccio teorico cade nel vuoto.
Mancando di tale presunzione vorrei presentare un giudizio assolutamente personale frutto di quanto letto a proposito dell' ottava edizione di Vis Musicae.
Ha destato un generale interesse la volontà di proporre una rassegna assumendo quali nodi di collegamento primari la lingua dei segni e l' esperienza della sordità.
Temi in "disuso" nella contemporanea cerchia telematica.
Rappresenta dunque un incipìt essenziale per affrontare un dibattito non semplice cercando di sfatare alcune false credenze che aleggiano intorno al "fenomeno" della sordità.
Il pregiudizio di fondo che accompagna l' essere sordi è l' idea comune che ciò implichi un deficìt cognitivo assumendo, nei confronti di chi ne soffre, un atteggiamento limitativo.
Non si consente un arricchimento dei soggetti offrendo una possibilità di approccio a forme di stimolo eterogenee.
" Ascoltare con gli occhi e guardare con le orecchie" è questo l' invito fatto ai partecipanti della rassegna.
In seno a tale definizione si collega la capacità di produrre una simbiosi esperenziale musica- sordità.
Qual è la genesi di questo rapporto?
La musica diviene interpretazione, vibrazione ritmica, un modo per abbandonarsi al ritmo quando tutto appare indifferente e il mondo fuori è muto.

VISMUSICAE di Immacolata Scigliano

“Nelle mani di chi li usa con maestria, i segni costituiscono un linguaggio bellissimo e altamente espressivo, di cui né la natura né l’arte hanno saputo offrire un surrogato soddisfacente per la comunicazione o come mezzo per raggiungere facilmente e rapidamente la mente dei sordi. Chi comprende tale linguaggio può rendersi conto delle possibilità che esso offre ai sordi, del suo immenso contributo al benessere sociale e morale di chi è privo dell’udito, del suo meraviglioso potere di trasmettere il pensiero ad intelletti che altrimenti resterebbero sempre al buio. Chi non lo conosce non può rendersi conto del fascino che esso ha per i sordi. Finchè sulla faccia della terra vi saranno due persone sorde che s’incontrano, i segni continueranno ad essere usati.” (J.SCHUYLERLONG)

un arrivederci














Non è un addio ma un ARRIVEDERCI....


Grazie di tutto a tutti. . .


Sembra come la fine di un anno scolastico,

dove domani si ci incontrerebbe

per fare una piccola festicciola

tra i compagni di classe!

Ecco che la mia fantasia

non trova mai dei limiti....

... ricordate:
"EPPURE VOLARE"

UNA TEMATICA CHE NON ACCETTA LIMITI E NON SI PONE LIMITI.



un saluto caloroso la vostra Maria Laura.



The end!

Ho fatto il punto del mio blog alla fine di questo percorso...dategli un'occhiata su http://ioeilmondochevorrei.blogspot.com/ !

Intanto colgo l'occasione per augurare a tutti buone vacanze (che ce le meritiamo!) e per ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito durante questa "esperienza di comunicazione" (che per me personalmente è stata "formativa" nel vero senso della parola!!!!! )

Post per il blog di "VIS MUSICAE" di Giuseppina Maddalone

L'altro giorno mentre facevo un giro sul web ho trovato una bellissima poesia dedicata ai sordi. E' stata scritta dal dott. Willard J. Madsen,un professore americano sordo che insegna al Gallaudet College ed è direttore del " Sugn Language Programs". Credo che Madsen componendo questa poesia volesse mettere in evidenza il peso della sordità, le sofferenze che ne derivano,che chi non è sordo non potrebbe mai comprendere. Da qui quel grido poetico: "Devi essere sordo per capire..". Ritornello che dà anche il nome alla Poesia.

DEVI ESSERE SORDO PER CAPIRLO..

Che cosa c’è di più terribile che “sentire” una mano?
Devi essere sordo per capirlo!!!
Che cosa c’è di più terribile che essere un bambino,
a scuola, in una stanza vuota di suono
con una maestra che parla e parla e parla;
e che quando ti viene vicino
si aspetta che tu abbia capito le sue parole?
Devi essere sordo per capire…
O quando la maestra pensa che per farti felice
basti insegnarti a parlare con la tua voce;
come se tu fossi un giocattolo nelle mani di un bambino ignaro
che ti strapazzi per ore ed ore senza fine e pietà,
prima che venga fuori un verso che assomigli a un suono?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che avere la tentazione di conoscere
tutte le verità del mondo
e di volerle conoscere con le tue sole forze,
e poi scoprire che questo tuo desiderio è destinato
ad andare in fumo
e allora ti rivolgi a un fratello, a una sorella, a un amico
perché ti guardino per darti una risposta
e che invece ti dicono, “Ma di che t’impicci, lascia perdere!”?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che starsene in un angolo in castigo,
pur sapendo di non aver fatto niente di male,
se non di esserti azzardato a usare le mani
per comunicare a un fratello del silenzio
un pensiero che ti è venuto in mente proprio in quel momento?
Devi essere sordo per capire!!!
Che cosa c’è di più terribile che vedere qualcuno gridare,
qualcuno che è solo convinto di aiutare a sentire;
e interpretare male le parole di un amico
che non vuole far altro che aiutarti a capire,
mentre tu credi che voglia prenderti in giro?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile di quando ti ridono in faccia,
solo perché tu cerchi di ripetere le parole degli altri
proprio per essere sicuro di aver capito bene,
e poi ti accorgi che non avevi capito niente
e allora vorresti gridare, “Ti prego, fratello, aiutami!”?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che pendere dalle labbra
di qualcuno che sente per te al telefono un amico;
e far telefonare a una ditta
ed essere costretto a svelare le tue cose più intime,
e poi scoprire che le tue parole
non sono state “tradotte” chiaramente?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che essere sordo e solo
in compagnia di quelli che possono sentire
e tu non puoi far altro che tirare ad indovinare mentre si cammina,
perché non c’è nessuno che ti tenda una mano
mentre tu cerchi di destreggiarti fra le parole e i suoni?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che incontrare per strada
uno sconosciuto che all’improvviso apre la bocca
per chiederti qualcosa
le parole corrono veloci sulle sue labbra
e tu non riesci a capirci nulla,
perché lui non sa che tu ti sei smarrito a rincorrere la sua voce?
Devi essere sordo per capire…
Che cosa c’è di più terribile che capire
le agili dita dei sordi che descrivono una scena
e che ti fanno sorridere ed essere sereno
con la « parola parlata » di una mano che si muove
e che ti aiuta in qualche modo a far parte del mondo?
Devi essere sordo per capire…

Com’è terribile sentire… una mano…

Sì, devi essere sordo per capirlo!!!

Post per il blog di "Lingua dei segni" di Giuseppina Maddalone

L’embriogenesi dell’udito.
A partire da Aristotele in poi si è stabilito un nesso fra udito e voce o meglio tra udito e intelligenza specificamente "linguistica". Infatti un sordo profondo fin dai primissimi mesi di vita non rivela nessuna inclinazione verso il linguaggio verbale.L'udito mantiene la posizione grazie alla quale abbiamo finito per produrre suoni linguistici, infatti questo sostiene la verticalità che mette al mondo la voce articolata. Studi audiopsicofonologici hanno dimostrato come un soggetto produce vocalmente solo ciò che è in grado di udire.L'udito è un fondamento biologico molto speciale del linguaggio in quanto esso è ontologicamente relazione,ad esempio, con il corpo, con se stesso che parla e si parla e che ascolta e si ascolta.Attraverso una ricerca svolta da Alfred Tomatis si è venuto a conoscenza che l'orecchio si forma già nella fase embriologica dal terzo mese di gravidanza .Sulla base delle conclusioni teoriche e dei risultati sperimentali ottenuti dalla ricerca da lui svolta, Tomatis ha fondato una pedagogia dell’ascolto nota oggi come “metodo Tomatis”. Essa trova vasta applicazione tanto nelle disfunzioni del linguaggio e della comunicazione, quanto nell’apprendimento delle lingue. La prima osservazione fatta è che le diverse articolazioni implicate per la trasmissione dei suoni verso l’orecchio interno , non hanno la stessa origine embriologica. Tomatis propone una nuova spiegazione per la percezione dei suoni.Lo studio del comportamento in utero dell’orecchio ha permesso di venire a conoscenza di alcuni importanti meccanismi che gettano luce sull’effettivo funzionamento dell’udito. Il fatto che l’orecchio inizi a formarsi già dal terzo mese di gravidanza implica il fatto che esso sia il primo organo sensoriale a formarsi. Il feto nel quarto mese è in grado di provare sensazioni uditive. A questo stadio sono state notate reazioni connesse alla percezione dei suoni. La coclea, tubo a spirale avvolto due volte e mezzo su se stesso, ha funzioni specificamente uditive ed è operativa dal quarto mese e mezzo. Alla coclea i suoni arrivano attraverso la catena degli ossicini che serve da ponte alla trasmissione del suono. Al quinto mese di vita fetale, esso è un organo adulto capace di immagazzinare informazioni.Tomatis inoltre sostiene che la catena degli ossicini serva a tenere sotto controllo la tensione del timpano in quanto l’udito è ontegeneticamente acquatico. Infatti un bambino è sordo dalla nascita in seguito ad un trauma, che si ha quando il bambino alla nascita non ha il liquido amniotico all’interno della tromba di Eustachio. Questo perché le caratteristiche del suono acquatico sono ben diverse da quelle del suono aereo, infatti in acqua i suoni hanno una trasmissione più veloce. Di conseguenza , per il fatto che l’udito è molto importante nell’acquisizione del linguaggio verbale poiché prima di essere logos siamo stati innanzitutto ascolto, risulta più difficile per un sordo acquisire un linguaggio verbale.

Dialogo sui massimi sistemi

utente ignoto: ecco le recensioni
me-redattore:
Sì,fai un doc condiviso
utente ignoto: cos'è il doc condiviso

al nostro ignoto interlocutore faccio presente che [cloud computing]
il futuro di Internet è appunto il 'Cloud computing', un nuovo modo di usare il pc sfruttando i programmi installati sui server di Internet. Così banalmente, invece di usare Word per scrivere, ci si potrà collegare a Internet e usare la sua versione online ed anche salvare i documenti su un hard disk virtuale.

Una nuova tecnica per i non udenti di "sentire" la musica

Londra - Shane Kerwin, laureato in Product design alla Brunel University inglese, ha realizzato un particolare altoparlante che permette alle persone affette da sordità di sentire la musica con le dita.
“Vibrato”, così si chiama il dispositivo, trasmette la vibrazione degli strumenti su cinque differenti pad: in questo modo le persone con problemi di udito possono rivivere - assicura Kerwin - la sensazione dell’ascolto musicale tramite il tatto.
Sebbene l’orecchio permetta a chi dispone dell’udito di distinguere suoni diversi, perché vi riescano le dita e il corpo c’è bisogno di un supporto in più. Le differenti vibrazioni trasmesse ai pad permettono di individuare le note, il ritmo e le combinazioni di queste. “Vibrato”, inoltre, permetterà di creare musica propria.
Connettendo l’altoparlante al PC, si potrà utilizzare un software specifico per esplorare questo tipo di produzione musicale.
Shane Kerwin ha dichiarato di sperare che “Vibrato” possa avere un impatto positivo nelle scuole, stimolando i bambini con problemi di sordità ad usare gli stessi PC e software che utilizzano gli altri durante le lezioni di musica.
“Ci sono molte persone affette da sordità che si divertirebbero con la musica e le nuove tecnologie di produzione. Le sensazioni tattili prodotte da Vibrato possono aiutare in questa direzione. In fondo si tratta di un modo per far scoprire alle persone la bellezza del mondo della musica”, ha dichiarato Paul Whittaker, Direttore artistico presso Music and the Deaf, l’ente di carità britannico che si occupa di avvicinare alla musica le persone affette da disturbi dell’udito.

Lingua dei segni

I Segni Metodici
I sordi hanno da sempre utilizzato la lingua dei segni per comunicare tra loro,e di fatto,ovunque esista una comunità di sordi, esiste anche una lingua dei segni.De l’Epèe nel 1700 elaborò un sistema di “segni metodici”:dall’attenta osservazione dei suoi alunni sordi ricavò un nucleo centrale utilizzando i segni da loro usati, a cui aggiunse dei nuovi segni,ma soprattutto segni che corrispondevano agli elementi morfosintattici del francese, poiché il suo intento ultimo era di insegnare ai suoi alunni sordi la lingua orale francese.Il suo metodo ebbe molto successo e conobbe ampia diffusione sia in Francia sia all’estero, e per merito suo fu fondata la prima scuola pubblica francese per sordi.Per molti anni la lingua dei segni fu ignorata da parte delle istituzioni,poiché considerata incompatibile con una buona acquisizione del linguaggio parlato,ma ciò nonostante continuò a sopravvivere e svilupparsi, come forma di comunicazione utilizzata dai sordi tra loro,o anche con gli educatori,nei contesti informali e privati.Grazie all’ASL in America ed alla LIS in Italia hanno dimostrato che la lingua dei segni di qualsiasi stato,è un vero e proprio codice lingiustico.I segni, infatti,eseguiti con una o due mani,seguono un ordine sintattico preciso,in relazione al tipo di proposizione e ciascun segno è costituito da quattro parametri fondamentali, la variazione di uno dei quali comporta la variazione del significato del segno stesso: 1)Configurazione delle mani nell’eseguire il segno;2)Luogo,lo spazio dove viene eseguito il segno;3)Orientamento del palmo e delle dita nell’esecuzione del segno;4)Movimento della mano nell’eseguire il segno; Sono, inoltre, fondamentali nell’esecuzione dei segni,alcune componenti non-manuali quali l’espressione facciale,la postura,l’intensità d’esecuzione…che svolgono funzioni semantiche e sintattiche.

LINGUAGGIO E CERVELLO

C'è un'area del cervello adibita al linguaggio denominata area di Broca.
Nel 1861 il medico Paul Broca effettuò un'autopsia sul corpo di un paziente che da vivo aveva mostrato segni di inabilità a parlare e in questa autopsia Broca scoprì la presenza di una lesione nell'emisfero cerebrale sinistro e si rese conto che era proprio quella lesione a non permettere al paziente di esprimesi correttamente.
Il cervello è diviso in emisfero sinistro ed emisfero destro.
L'emisfero sinistro è denominato emisfero logico,matematico elinguistico mentre quello destro è l'emisfero emotivo.
Il corpo calloso unisce i due emisferi e permette il passaggio delle informazioni.
I due emisferi in fine si specializzano nel compiere determinati compiti e questa specializzazione è detta lateralizzazione.
Se un bambino dovesse crescere in una condizione di isolamento dal linguaggio,pur non avendo alcun tipo di lesione al cervello,risulterebbe quasi impossibile per lui adattarsi al linguaggio umano. Questo è il caso dei " bambini lupo ".
I bambini lupo sono quei bambini abbandonati dall'uomo in età tenera e che sono riusciti a sopravvivere nella foresta a contatto con gli animali.
Il caso più famoso è quello di un bambino ritrovato nella foresta del Tarn,nella zona meridionale del Massiccio Centrale,nel 1798.
Il bambino,che venne battezzato Victor, all'epoca aveva un'età di cica 11-12 anni ma non era riuscito ad elaborare una specifica identità sessuale nè un linguaggio articolato che non fosse quello dei richiami adoperati dai lupi.
Il medico Jean Itard seguì Victor nella speranza di poterlo inserire nella società ma i suoi tentativi furono vani e Victor morì nel 1828.
I sordi si fanno strada nelle Istituzioni Europee


Durante le scorse elezioni Ádám Kósa, Presidente dell’Associazione dei sordi ungheresi, ha conquistato un seggio al Parlamento Europeo. La dimostrazione che la sordità non è più una barriera nel mondo politico, è che sono state elette altre tre persone sorde, tutte donne, in tre stati diversi dell’Unione Europea. La prima è Helga Stevens (foto in alto), membro del Parlamento Belga, recentemente rieletta. La Stevens è la candidata più popolare nel suo partito per questa legislatura. Anche dalla Grecia arrivano segnali positivi. Dimitra Arapoglu (foto a sinistra) è stata, infatti, eletta come membro del Parlamento Greco. Infine, in Austria, Helene Jarmer (foto a destra) ha vinto un seggio con il suo partito, i Verdi, per il Parlamento del suo Paese. Questi esempi positivi non dovrebbero essere solo eccezioni, ma la regola. Una fonte di ispirazione per tutti i sordi europei che vogliono affacciarsi alla politica per essere utili alle istituzioni dei loro Paesi.

Musica e Cultura

Non è facile dire cosa sia la musica.Le definizioni proposte da autori di diverso orientamento cambiano col cambiare delle epoche e delle culture.Nel corso della sua storia,che coincide con quella del genere umano,la musica ha conosciuto molteplici e diverse trasformazioni che possono aiutarci a comprendere la varietà e la difformità dei suoi significati.
Il termine che deriva dal latino musica e risale al greco mousike,indica “l’arte delle muse”e si riferisce “all’arte di combinare più suoni in base a regole definite,diverse a seconda dei luoghi e delle epoche”.
Non basta pertanto un insieme,seppure armonioso,di suoni a dare vita alla musica;perché si possa parlare di musica è necessario una costruzione culturalmente significativa di suoni.In altre parole:una cosa è il suono,che esiste in natura;altra cosa è la musica,una costruzione in cui si riflette la cultura umana che l’ha prodotta.
La musica si configura come un comportamento umano universale,osservabile in molteplici attività che variano col variare delle culture.Questa stessa varietà impedisce,tuttavia,di definire la musica come un linguaggio universale.In ogni caso,gli studiosi,hanno tentato di collegare l’attività musicale agli eventi culturali,proponendo un insieme di categorie.
Si possono individuare almeno cinque categorie:

- Cultura materiale,nella quale si includono i canti di lavoro presenti in tutte le culture conosciute.
- Istituzione sociale,nella quale si collocano i canti del ciclo della vita.
- Uomo e universo,che comprende canti divinatori,di magia e religiosi.
- Estetica,che riguarda i rapporti tra musica e danza,musica e dramma,folklore e musica.
- Linguaggio,che contiene i testi dei canti e l’uso di linguaggi speciali e segreti.

Nel tentativo di analizzare ciò che la musica provoca nella società umana,Merriam le attribuisce le seguenti funzioni universali:

- Espressione delle emozioni:la musica funziona come mezzo di espressione delle emozioni individuali o collettive alle quali è strettamente vincolata.
- Funzione del godimento estetico:la musica produce un godimento estetico,operante tanto nella cultura occidentale quanto in altre culture.
- Funzione di intrattenimento:in tutte le società la musica svolge una funzione d’intrattenimento. L’intrattenimento puro è tipico della musica occidentale;quello accoppiato ad altre funzioni è presente prevalentemente nelle società primitive.
- Funzione comunicativa:la musica comunica qualcosa,anche se non conosciamo esattamente cosa sia,ne come avvenga questa comunicazione.Inoltre possiamo dire che la musica non è un linguaggio universale,in quanto assume i caratteri della cultura di cui è parte.

Ovviamente le funzioni che possono essere attribuite alla musica sono molteplici e vanno ben oltre quelle sottolineate di sopra;ci sembra opportuno soffermarci brevemente sull’ultimo punto che ci riguarda da vicino,ovvero la funzione comunicativa della musica.

Si può fare risalire al dialogo la prima forma di comunicazione messa in atto dal genere umano.La comunicazione,infatti,sottende un dialogo,e dunque la presenza di un altro e la possibilità di una risposta.Ciò premesso,il dialogo può assumere funzioni diverse a seconda del contesto,come ad esempio i dialoghi fine a se stessi o funzionali all’ottenimento di qualche scopo.
Ora anche la musica è in grado di comunicare;potremmo definirla una comunicazione di tipo emotivo e passionale,dato che è ormai noto il fatto che la musica ci fa emozionare.
Ma a parte questo,la musica può comunicare qualcosa come fosse una frase (basti pensare agli innamorati che si dedicano canzoni e si identificano in quelle parole o in quelle note).La musica è uno strumento stupefacente.

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