La questione dei maestri, insomma.
neppure nelle opere più prettamente “accademiche” (e si pensi a S/Z) ha offerto modelli di analisi – nel senso che non basta suddividere un testo in lessi per dire di un autore ciò che Barthes ha saputo dire di Balzac. Prendete pure l'idea di codice proairetico, datela in mano a una allievo senza fantasia, e ditegli di andarla ad applicare, che so, a Peau de chagrin: non ne verrà fuori gran che.[leggi nel contesto]Ecco, il reprobo è l'allievo senza fantasia, questo detto da un prof, Umberto Eco, che della fantasia in barattolo ha fatto la sua fortuna - pensate ai suoi pseudoromanzi o alle sue snobistiche visioni prive di spirito di avventura; cioè, Barthes quel sensibilone..una specie di mostro libresco (Eco) che ambisce-privilegia in proprio alla condizione di grande ascolto che si confronta con la sensibilità creativa dell'artista Barthes che si confronta liberamente col testo:
La cosa lo aveva molto addolorato, e me ne ero stupito, perché se qualcuno scrive un intero libello parodiando il linguaggio di un autore, anzi il linguaggio dei suoi seguaci, questo significa che il parodiato ha raggiunto una condizione di grande ascolto. Ma tutti ricordiamo, di Barthes, la tenera e dolente sensibilità.[leggi nel contesto]
(*) Don Milani, "la scuola cura i sani e butta via i malati": la scuola-ospedale che lui qui evoca è già una sconfitta, ma in fondo Lorenzo Milani ambiva anche lui al nostro laboratorio, alla vita che detta le sue regole nelle aule.