venerdì 17 luglio 2009
Ultimi sforzi: S.O.S. collaborazione cercasi!
Ho visto i nostri "casi disperati" analizzati uno per uno e pubblicati dal prof, forse anche per incitarci a non mollare (non lo so non ho ancora imparato a leggere il pensiero), sono soddisfatta del primo giudizio che ho letto sul mio lavoro, ma ho visto che agli occhi attenti dell'editor e dei suoi collaborators (passatemi il termine non sono sicura della sua esattezza) non sfugge niente, ad esempio non è sfuggito il fatto che ho molti coautori in teoria, ma in pratica i post ce li metto solo io, a parte qualche rara eccezione (ringrazio Germana, Pina e Andrea per il loro contributo). Mo, lasciamo perdere se il blog è fatto bene o male che non spetta a me o a voi giudicare, ma il tema non mi sembra così lontano dalla nostra portata, si tratta solo di esprimere delle idee e quelle mi pare che ce le abbiamo tutti...non c'è bisogno di fare chissà quale assurda ricerca su chissà quale assurda enciclopedia, c'è soltanto bisogno di cercare nella nostra mente e nel nostro cuore: come lo vogliamo questo cavolo di mondo?!
In sintesi sto cercando di dirvi: uniamo le nostre ultime forze e facciamo vedere che noi del "terzo appello" non siamo da meno!!!!!!!!!!
E magari un pò di queste ultime forze usatele per mettere un "post-icino" su http://assuntanero.blogspot.com/ oppure commentate!!!!
A prestoooooooo!
VARIETA' DELLE LINGUE DEI SEGNI
Un pregiudizio comune è che ci sia una lingua dei segni universale usata da sordi di tutto il mondo; al contrario, esistono centinaia di lingue dei segni nate spontaneamente nelle diverse comunità di sordi del mondo. Le diverse lingue dei segni nazionali presentano caratteristiche proprie, legate alla particolare cultura in cui vengono usate e di cui sono espressione. All’interno di una stessa lingua dei segni nazionale, coesistono ulteriori varietà regionali o dialettali e addirittura differenze lessicali entro la stessa città, questo è il risultato delle diversità linguistiche tra i vari istituti, le varie scuole o i vari circoli per sordi. Lo scarso livello di standardizzazione delle lingue segnate e la loro instabilità, derivanti da vari fattori, tra cui la mancanza di un sistema di scrittura condiviso, la discriminazione sociale inflitta per più di un secolo alla lingua dei segni hanno favorito la variabilità sincronica all’interno dello stesso paese.
Le diverse lingue dei segni non solo non sono reciprocamente intelligibili, ma sono strutturalmente diverse anche dalle rispettive lingue parlate nazionali.
È il caso, per esempio, della lingua dei segni americana e di quella francese le cui caratteristiche comuni hanno origini storiche di parentela genetica. Le parentele nelle lingue dei segni non coincidono con quelle delle lingue vocali, per cui, ad esempio, in paesi anglofoni come l’America e l’Inghilterra si sono sviluppate lingue dei segni diverse.
Negli anni Settanta si è cercato di creare una lingua dei segni universale, questo tentativo, concretizzatosi nella pubblicazione del Gestuno nel 1975, ha avuto scarso successo poiché si è trattato solo si una proposta lessicale, di una lista di segni “internazionali”, utilizzata qualche volta in occasione di incontri internazionali, ma che non ha mai acquisito le caratteristiche di una vera e propria lingua. Oggi, comunque, la lingua dei segni più utilizzata a livello internazionale è l’American Sign Language (ASL), che presumibilmente si avvia a diventare, come nel caso dell’inglese, la lingua dei segni sovranazionale. Si è riscontrato tuttavia, che quando sordi di diverse nazionalità si incontrano, riescono a intendersi meglio di quanto non facciano gli udenti di lingue verbali diverse. Questo accade per il fatto che i sordi in questi casi abbandonano la loro lingua dei segni e ricorrono naturalmente alla pantomima, in cui sono più esperti degli udenti.
Tutte le lingue dei segni, in quanto lingue vive, sono sistemi semiotici aperti e flessibili che hanno la proprietà di cambiare sia nello spazio sia nel tempo. Il lessico, soprattutto, subisce per ragioni diverse l’influenza della lingua orale e scritta, e di altre lingue dei segni attraverso i prestiti.
Per adattarsi alla vita sociale attuale, anche la lingua dei segni si arricchisce di nuovi vocaboli, i neologismi ( per es. internet, formattare, chattare), alcuni segni diventano obsoleti e spariscono dal lessico, altri si arricchiscono di significato. I mutamenti diacronici più evidenti riguardano il lessico, in seguito a trasformazioni della rappresentazione simbolica. I cambiamenti riguardano anche i significati dei vocaboli, le costruzioni grammaticali ed i parametri formazionali.
Un altro tratto peculiare delle lingue umane è il fatto che vengano trasmesse per tradizione al’interno di una società, in quanto fatti costitutivi della cultura. La lingua che apprendiamo dall’ambiente e alla quale siamo esposti viene trasmessa da una generazione all’altra per apprendimento spontaneo o perché ci vien insegnata. Anche le lingue dei segni vengono trasmesse per tradizione e in modo diretto, dal momento che non hanno ancora sviluppato autonomamente una forma di scrittura, come del resto gran parte delle lingue verbali usate nel mondo che hanno solo una tradizione orale. La mancanza di una forma scritta autonoma limita la possibilità dei segnanti di far conoscere e circolare il loro pensiero e il loro linguaggio naturale, i segni.
La comunicazione nell'era digitale: il futuro
A livello mondiale è in corso un cambiamento sul metodo da utilizzare per rendere la tecnologia accessibile alle persone disabili. Da un approccio pensato sull'adattamento dei calcolatori, macchine, servizi in modo da renderli utilizzabili dalle persone disabili, si fa strada l'ipotesi che questi debbano essere progettati fin dall'inizio in modo da essere usabili per tutti i potenziali utenti.
Si è scelto di approfondire il discorso su gli SMS perché è la nuova tecnologia più diffusa e utilizzata dalla popolazione sorda. Abbiamo descritto le principali caratteristiche di un fenomeno tuttora in evoluzione ed in via d'assestamento, cercando di superare il dualismo oralità-scrittura ed introducendo il concetto di multimodalità.
Viste le probabili cause dell'attuale fallimento del videotelefono e analizzato le peculiarità del diffondersi delle chat-line nella comunicazione sincrona, abbiamo concluso con una webgrafia ragionata del mondo sordo.
Si è pensato poi di costruire un questionario da somministrare ad un campione eterogeneo di sordi per età, sesso, grado d'istruzione.
Coerentemente con l'argomento della ricerca si è cercato di servirsi delle nuove tecnologie proponendo, oltre che su supporto cartaceo, anche una versione on-line del questionario. Dopo aver costruito un sito web abbiamo optato per creare un database che si aggiornasse automaticamente anziché ricevere i questionari via e-mail e riempire manualmente il database. Per una ricerca mirata ad un target specifico di persone, la tecnica del questionario on-line ha rivelato numerosi pregi. Infatti dopo il lavoro iniziale di programmazione e l'opportuna pubblicizzazione del sito nei luoghi telematici frequentati dal target, l'operazione non prevede alcuno sforzo aggiuntivo. Quindi è ottimamente sostenibile anche da chi scarseggia in risorse umane e finanziarie. Il questionario così rimarrà on line per tutto il 2002 avendo in tal modo la possibilità di incrementare i dati della ricerca.
Riguardo al nostro target specifico abbiamo avuto il vantaggio che le caratteristiche di brevità, semplicità, schematizzazione, necessarie per la comunicazione verbale, diretta ad un pubblico sordo, ben si accompagnano al medium internet. Oltre alla conferma di alcune ipotesi di ricerca formulate, questo lavoro ci ha lasciato la convinzione che studiare le nuove tecnologie con le persone sorde ci permette di approfondire e migliorare aspetti delle tecnologie stesse: adottare il loro punto di vista, la loro modalità d'accesso alle conoscenze, c'insegna a conoscere aspetti della realtà che abitualmente ci sfuggono, aiutandoci a scoprire soluzioni che non avremmo potuto scorgere altrimenti.
Carta d'identità digitale.
1995: Primi contatti con un personal computer (di un mio cugino). Un vecchissimo Olivetti che si basava su MS_DOS. Unico utilizzo- Space invaders e Pong.
1999: Primo computer comprato. Un windows 98. Iniziai allora ad avere le prime esperienze dirette con un sistema operativo moderno.
1999: Primo telefono cellurare. Un vecchissimo siemens. La mia vita nella modernita inizia in quest'anno.
2000: Inizio le scuole superiori, precisamente Liceo Scientifico.
2001: Rottura del primo telefono e acquisto del secondo. Il nuovo Siemens.
2004: compro nuovo cellulare cambiando però marca, un Samsung.
2005: Ottengo la licenza liceale con voto di 80/100. Compro nuovo computer fisso. Windows Xp, Primo abbonamento ad una Flat con velocità maggire al 56Kb/s. Iscrizione al corso di laurea triennale in FSCC. Superamento di tutti gli esami di informatica. Entro a far parte della redazione di Mondoailati (il sito del corso di laurea).
2006: Causa rottura del telefonino, uno nuovo prende il suo posto. Nuovo Samsung con tecnologia UMTS.
2007: Causa chiusura del sito, la redazione viene chiusa.
2008: Laurea in FSCC, con voto 102/110, con tesi basata su teorie sociologiche applicate ai fumetti. Iscrizione alla specialistica in TCCP.
Knol...
LIS - Arbitrarietà, iconicità, metafora
Le lingue dei segni presentano invece una marcata tendenza all'iconicità, che non esclude affatto l'arbitrarietà, ma interagisce con essa in modi complessi. La forte presenza dell'iconicità è uno dei motivi che più hanno ostacolato il riconoscimento del linguaggio dei sordi quale lingua vera e propria, considerandolo per lungo tempo una sorta di pantomima.
Molti segni tendono ad assomigliare al referente: ad es. il segno LIS DORMIRE richiama l'azione di appoggiare la testa sul cuscino; il segno ALBERO rappresenta il tronco, e così via. Tali segni sono detti trasparenti, contrariamente a quelli in cui prevale l'arbitrarietà, detti invece opachi.
C'è da dire che, sicuramente, dato un referente, non è possibile stabilire a priori quale sarà il segno che lo esprimerà; fino ad arrivare a segni, presenti in ogni lingua dei segni, che non hanno nessun legame analogico col referente, e che possono a buon titolo consderarsi arbistrari.
Rispetto al grado di trasparenza, distinguiamo tre tipi di segni: 1) segni universalmente intelligibili (comuni a diverse lingue dei segni, più pantomimici); 2) segni mutuamente intelligibili (comprensibili a segnanti di lingue dei segni anche diverse, ma non agli udenti); 3) segni mutuamente inintelligibili (i più opachi o arbitrari, non comprensibili neanche in lingue dei segni diverse).
A studi del 1981 si deve il concetto di Metafora visiva, che indica il legame iconico tra i singoli parametri componenti il segno e determinate aree di significato. Succede, in tal modo, che gruppi di segni imparentati semanticamente utilizzino la stessa configurazione, o lo stesso luogo; in ogni caso, la scelta della metafora visiva sottostante a un determinato parametro varia da una lingua dei segni all'altra.
Facciamo un esempio: relativamente al parametro luogo, notiamo che molti segni eseguiti vicino alla testa rimandano a oggetti che si pongono sul capo ( il cappello, la corona del re, la penna dell'indiano, il turbante...) oppure ad attività che hanno luogo nella mente ( capire, pensare, imparare...). Il movimento circolare di alcuni segni, poi, è connesso all'idea di continuità o ripetitività (cambiare, andare in bicicletta...).
va osservato, comunque, che in genere i segnanti non sono consapevoli dell'iconicità dei segni. Essa viene colta per lo più a posteriori, riflettendo sulla lingua.
I segni, come in ogni lingua verbale, cambiano diacronicamente ed evolvono verso forme sempre più opache, tendendo in linea di massima a perdere l'iconicità originaria.
[ - 5 left days ] La LIS dei tiggì
La LIS del tiggì e il linguaggio di ragazzi segnanti, due esperienze del mondo opposte: il "razzismo" sull'handicap per esempio è questo, l'ho capito ieri alla fermata dell'autobus vedendo due ragazzi segnare allegramente i loro discorsi, specialmente lui! Che cosa fantastica, niente a che fare con quello che vedo al tiggì, una specie di lingua ... per handicappati, enfatica, finta, proprio come quella delle news dei giornali e dei tiggì.
Sarebbe interessante che ci fossero qui i post segnati che ho visto in strada, i discorsi di ognuno, la diversità, sì, ma delle diverse personalità. E' questo che mi aspetto nei vostri contributi nei blog degli esami..
[ - 5 left days ] in ritardo
Tutti coloro che non hanno "fatto in tempo" a iscriversi su uniwex all'esame di ambienti digitali (prenotazioni chiuse il 13 luglio) devono contattare la Dott.ssa Imbrogno al seguente contatto: giuliana.imbrognoATgmail.com
MUSICA E LINGUAGGIO
mezzo di una sostanza sonora.La musica ,come il linguaggio, impiega
direttamente la voce umana, prodotta dal medesimo apparato fonatorio.
Sappiamo che i fonemi, presi isolatamente, non sono significanti :
solo dalla loro aggregazione nasce il significato; neppure un suono ,
da solo , ha senso musicale ed è necessario porlo in relazione con gli
altri suoni per generare costrutti melodici o armonici sensati.Inoltre
sia la musica sia il linguaggio si sviluppano discorsivamente secondo
l'asse lineare della successione ,dando luogo a sequenze ed enunciati
che, non a caso ,vengono chiamati frasi sia in musica sia in
linguistica.Considerando piu specificamente il modo in cui musica e
parlato formano e organizzano la sostanza fonica, si identificano due
piani essenziali di correlazione:entrambi i linguaggi operano su un
repertorio di suoni o unità minime di base ; queste vengono combinate
dando luogo a unità maggiori caratterizzate da un ventaglio di
parametri chiamati TRATTI SOPRASEGMENTALI,in quanto si innestano sopra
i segmenti di suoni base per organizzarli in sequenze unitarie.
Non vi è dubbio che nelle culture piu antiche parole e musica fossero
strettamente collegate :" La parola greca aveva un saldo corpo
sonoro;possedeva una propria ,ostinata volontà musicale.Le singole
sillabe non erano nè allungabili nè abbreviabili.Erano per natura
lunghe o brevi [...]. E un particolarissimo rapporto fra musica e
linguaggio esiste ancora nei cosiddetti "linguaggio-suono" dove il
significato di una sillaba dipende dall'altezza alla quale viene
proferita e quello di una famiglia di parole dall'altezza e dal tipo
di intonazione con cui viene pronunciata. Di qui, l'insistenza
dell'etnomusicologia sull'importanza della riproduzione, nelle
trascrizioni , dell'esatto "profilo dinamico" della frase parlata,
poichè nei linguaggi-suono alla più piccola alterazione delle parole
consegue una modificazione della melodia e viceversa. Soprattutto in
Africa -dove specifici strumenti sono atti a riprodurre ritmi,
modulazioni e inflessioni del linguaggio parlato in forma musicale e ,
per esempio, la differenza di intonazione tra due tamburi di pelle
usati per trasmettere notizie corrisponde all'intonazione delle vocali
alte e basse del linguaggio usuale- risulta difficile affermare dove
inizia e finisce la musica, o quali confini segnino il passaggio dal
parlato al canto. Sebbene si possa rifiutare l'ipotesi che il parlato
sia la forma embrionale della musica, si può discutere ancora se gli
antichissimi linguaggio-suono non siano la sorgente comune del
linguaggio e della musica.Infatti tali linguaggi sono di per sè già
musicali . Se poi vengono cantati, la musica aggiungerà un effetto più
arioso alla curva melodica del discorso, già determinata; rinforzerà
insomma l'elemento musicale, comunque preesistente. Naturalmente , può
darsi che l'intero linguaggio sia solo una specie di musica a basso
livello; ma è più probabile che il linguaggio-suono sia il più antico
elemento da cui presero vita la parola e il canto, la parola muovendo
verso un ritmo libero , la musica verso un ritmo più regolato.
Francesco Cardile