venerdì 17 luglio 2009

VARIETA' DELLE LINGUE DEI SEGNI

VARIETA’ DELLE LINGUE DEI SEGNI.

Un pregiudizio comune è che ci sia una lingua dei segni universale usata da sordi di tutto il mondo; al contrario, esistono centinaia di lingue dei segni nate spontaneamente nelle diverse comunità di sordi del mondo. Le diverse lingue dei segni nazionali presentano caratteristiche proprie, legate alla particolare cultura in cui vengono usate e di cui sono espressione. All’interno di una stessa lingua dei segni nazionale, coesistono ulteriori varietà regionali o dialettali e addirittura differenze lessicali entro la stessa città, questo è il risultato delle diversità linguistiche tra i vari istituti, le varie scuole o i vari circoli per sordi. Lo scarso livello di standardizzazione delle lingue segnate e la loro instabilità, derivanti da vari fattori, tra cui la mancanza di un sistema di scrittura condiviso, la discriminazione sociale inflitta per più di un secolo alla lingua dei segni hanno favorito la variabilità sincronica all’interno dello stesso paese.
Le diverse lingue dei segni non solo non sono reciprocamente intelligibili, ma sono strutturalmente diverse anche dalle rispettive lingue parlate nazionali.
È il caso, per esempio, della lingua dei segni americana e di quella francese le cui caratteristiche comuni hanno origini storiche di parentela genetica. Le parentele nelle lingue dei segni non coincidono con quelle delle lingue vocali, per cui, ad esempio, in paesi anglofoni come l’America e l’Inghilterra si sono sviluppate lingue dei segni diverse.
Negli anni Settanta si è cercato di creare una lingua dei segni universale, questo tentativo, concretizzatosi nella pubblicazione del Gestuno nel 1975, ha avuto scarso successo poiché si è trattato solo si una proposta lessicale, di una lista di segni “internazionali”, utilizzata qualche volta in occasione di incontri internazionali, ma che non ha mai acquisito le caratteristiche di una vera e propria lingua. Oggi, comunque, la lingua dei segni più utilizzata a livello internazionale è l’American Sign Language (ASL), che presumibilmente si avvia a diventare, come nel caso dell’inglese, la lingua dei segni sovranazionale. Si è riscontrato tuttavia, che quando sordi di diverse nazionalità si incontrano, riescono a intendersi meglio di quanto non facciano gli udenti di lingue verbali diverse. Questo accade per il fatto che i sordi in questi casi abbandonano la loro lingua dei segni e ricorrono naturalmente alla pantomima, in cui sono più esperti degli udenti.
Tutte le lingue dei segni, in quanto lingue vive, sono sistemi semiotici aperti e flessibili che hanno la proprietà di cambiare sia nello spazio sia nel tempo. Il lessico, soprattutto, subisce per ragioni diverse l’influenza della lingua orale e scritta, e di altre lingue dei segni attraverso i prestiti.
Per adattarsi alla vita sociale attuale, anche la lingua dei segni si arricchisce di nuovi vocaboli, i neologismi ( per es. internet, formattare, chattare), alcuni segni diventano obsoleti e spariscono dal lessico, altri si arricchiscono di significato. I mutamenti diacronici più evidenti riguardano il lessico, in seguito a trasformazioni della rappresentazione simbolica. I cambiamenti riguardano anche i significati dei vocaboli, le costruzioni grammaticali ed i parametri formazionali.
Un altro tratto peculiare delle lingue umane è il fatto che vengano trasmesse per tradizione al’interno di una società, in quanto fatti costitutivi della cultura. La lingua che apprendiamo dall’ambiente e alla quale siamo esposti viene trasmessa da una generazione all’altra per apprendimento spontaneo o perché ci vien insegnata. Anche le lingue dei segni vengono trasmesse per tradizione e in modo diretto, dal momento che non hanno ancora sviluppato autonomamente una forma di scrittura, come del resto gran parte delle lingue verbali usate nel mondo che hanno solo una tradizione orale. La mancanza di una forma scritta autonoma limita la possibilità dei segnanti di far conoscere e circolare il loro pensiero e il loro linguaggio naturale, i segni.

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