lunedì 1 giugno 2009

Serial killer al femminile!!!!



L'argomento “serial killer”, come popolo e come nazione, ci riguarda marginalmente, ma in realtà ci stiamo accorgendo che alcune tendenze nei delitti di cronaca nera degli ultimi vent’ anni portano nella direzione degli assassinii seriali.
Ultimamente nelle pagine dei giornali stanno affiorando sempre più crimini cosiddetti "inspiegabili" e portati a compimento con efferatezza spesso inaudita.
Il termine “serial killer” è utilizzato dal FBI, con precisione dal National Center for the Analysis of Violent Crime, dalla fine degli anni ’70, per indicare “qualcuno che ha ucciso in almeno tre occasioni, con un periodo di pausa (cooling - off) in mezzo ad ognuna”.
I serial killer sono in prevalenza maschi bianchi sui trent’anni, piuttosto ordinari, se non addirittura inadeguati, ma per quanto possa essere difficile collegare una donna, colei che dà la vita, alla brutalità, alla violenza, al sangue, alla fredda selezione delle vittime esistono assassine seriali.
Si è sempre creduto che i serial killer fossero uomini e questa convinzione era così radicata che quando nel 1991 fu arrestata in Florida Aileen Wuornos i giornalisti diedero la notizia sconvolgente della prima donna serial killer.
È raro trovare degli studi sull'omicidio commesso da donne e sono ancora più rare le ricerche sull'omicidio seriale commesso da queste.
Alcuni autori che si sono occupati di omicidio seriale sono propensi, erroneamente, a credere che non esistano donne serial killer, soprattutto se si considera assassino seriale soltanto chi uccide con un movente sessuale, manifestando una o più perversioni.
Il movimento femminista, soprattutto la sua frangia più radicale, nega qualsiasi possibilità che ci possano essere serial killer donne e l'argomento principale a sostegno di questa teoria è che gli assassini seriali sono il prodotto della società patriarcale.
La criminologia femminista tende ad analizzare solamente i casi in cui gli uomini uccidono sadicamente le donne,questa corrente va ad aggiungersi a tutti gli altri studiosi che tendono a sottostimare l'entità dell'omicidio seriale femminile.
Gli autori che ammettono la presenza di donne assassine seriali la stimano dal 5% al 15% rispetto al numero complessivo di serial killer.
La sessualità riguarda indifferentemente entrambi i sessi e coinvolge questioni anche apparentemente al di fuori della sfera sessuale.
Freud,infatti, ci insegna che la storia sessuale di un individuo ci offre le chiavi per aprire le porte della sua vita, poiché è nel suo modo di vivere la sessualità che sono impresse le tracce del suo modo di essere nel mondo.
La dimensione della corporeità cambia a seconda del fatto di essere uomini o donne.
Gli individui di sesso maschile presentano la maggior parte delle devianze sessuali, almeno nelle forme più estreme, e questo può essere attribuibile ad una presunta maggiore vulnerabilità dell'uomo riguardo alla propria identità di genere, così come ad un minor controllo delle pulsioni erotiche.
Il comportamento delle donne serial killer sembra avere connotazioni differenti ed essere fenomeno meno dipendente da problematiche riguardanti la sfera sessuale.
Il grado di aggressività sadica è inferiore nelle assassine a causa dell'acculturazione delle donne, che scoraggia le manifestazioni violente, e della relativa assenza dell'ormone maschile legato all'aggressività, il testosterone.
Il gentil sesso è più incline ad interiorizzare i fattori scatenanti lo stress, tendendo a punirsi mediante l'alcolismo, l'assunzione di droghe, la prostituzione e il suicidio.
Non tutti gli assassini seriali sono serial killer sessuali,alcuni uccidono per ragioni diverse dal sesso: denaro, gelosia, vendetta, potere o dominio.
In questa cerchia di motivazioni può essere ricondotta la causa scatenante del comportamento omicidiario seriale femminile.
La maggior parte delle donne è estranea all'esperienza di fantasie omicide sessualmente sadiche, mentre agisce per motivazioni economiche o di potere.
Relativamente alle modalità d'azione, raramente le donne serial killer fanno a pezzi i cadaveri e optano per l'uccisione mediante sostanze venefiche e strangolamento, per ragioni di forza fisica, ma non soltanto.
Sono astute, adescano con grande abilità e seduzione, ma poi diventano glaciali e spietate.

Sessione Estiva (pianissimo, tre tempi)

Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell’albe senza rumore
ci si risveglia come in un acquario
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell’ordine che procede
qualche cadenza dell’indugio eterno.

Carta di identità digitale

Ecco la mia carta di identità digitale!!!



Olga Lo passo




cosa vuol dire "ORAZIO CONVERSO??"

*I LOVE SHOPPING*: Questa o...CHANEL.

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Fenomenali!!!!!

La vita digitale del Pesce Pallante




cosa riporteresti in vita???




rispondete al sondaggio " cosa riporteresti in vita'?" !!!! credetemi sarà davvero divertente!!!!



sempre e solo su http://quellicheilego.blogspot.com/!!!!!!!

..cOllabOrandO cOn verOnica fanellO..

Spesso sottovalutiamo quanto possa essere potente ciò che è alla base del commercio:
la pubblicità.
Persino in un ambiente come quello univeristario noi siamo "venditori di noi stessi" (lo metto tra virgolette perchè ovviamente è un modo di dire): si è accattivanti, si sceglie il modo migliore per brillare e riuscire a catturare l'attenzione giusta.
Ispirandomi al blog credercisemprearrendersimaai e lavorando al mio tema che si basa su ciò che la televisione offre ( a differenza di veronica pubblicizzo solo ciò che mi piace e il tutto in chiave moooolto ironica), io vi chiedo:
non credete anche voi che la pubblicità (anche se scoccia da morire perchè interrompe continuamente i programmi televisivi) sia una sorta di "magnetismo" verso quelli che sono i nostri più reconditi desideri?
Vi è mai capitato di avere nella testa per settimane una pubblicità per la canzone "tormentone", o anche solo per le immagini?
A me si, l'ho anche pubblicata sul blog di Veka.
E' un continuo gioco da parte di questi "creatori di sogni" di stuzzicarci in quel confine sottile che c'è tra fantasia e realtà.
E siccome mi piacerebbe vivere di questo, tanto di cappello a questi piccoli geni che si nascondono dietro grandi marchi di fabbrica.
Lascio qui coloro che mi hanno sempre affascinata sin da quando ero piccola per la loro ELEGANZA, RAFFINATEZZA,MA SOPRATUTTO MAGIA........... i creatori delle pubblicità del marchio Chanel... ps: quando la fecero ero piccolina...credetemi... aveva la capacità di farmi incollare gli occhi alla tele, ma non ho mai capito perchè... se non è magnetismo questo! Take it easy, Sara Manna.



Ho apportato modifiche al mio blog ed ho inserito un sondaggio...visitatelo e lasciate un commento...kiss

http://sabryzik.blogspot.com/

Presentazione del blog

Questo è il link della presentazione del mio blog che ho creato con google docs. . .

http://docs.google.com/Presentation?id=dgg22rd5_537rdfh4f2&hl=en

Buona Visione ;-)
http://simoblog87.blogspot.com/2009/05/la-mia-carta-didentita-digitale.html

CARTA' DIGITALE DI SIMONA SCERRA


LA MIA CARTA D'IDENTITA' DIGITALE !!!

1987
: Nasco a PAOLA !!!

1996
: comincio a bazzicare nel mondo della tecnologia accostandomi ai

videogame.
Il mio primo

fu il SEGA MEGA DRIVE :-)


1998
: Mi evolgo acquistando il super nintendo e tutti i giochi di SUPER MARIO

BROSS!


1999: Arriva la mia prima agenda digitale"IL MIO CARO

DIARIO" :-)


2000: E' la svolta....arriva il primo TELEFONO-

CELLULARE .... e da qui a catena
un telefonino

ogni anno...sempre all'avanguardia e a passo col tempo!!


2003
: Approda a casa mia il pc...stabilitosi nella mia stanza diventa abitudine

quotidiana trascorrerci 2 0 3 ore al giorno.


2006
: E' arrivato il momento del pc portatile...un acer multi funzioni provvisto di

pennino per stabilire la connessione ad internet... e da questo momento che


nasce la mia DIPENDENZA da INTERNET :-)


2009: Attendo con impazienza la prossima trovata tecnologica per mantenermi

aggiornata e non trovarmi dietro con i tempi eh...perchè al giorno d'oggi


sarebbe reato! :-)

Funzione conativa: usando segnali si modifica il comportamento nei destinatari



Usando i segnali l'animale agisce sul mondo includendo in questo anche i destinatari dei segnali (F. Conativa). Tradizionalmente l'etologia ha privilegiato questa funzione, considerandola l'unica presente nei linguaggi degli animali non umani.




Un esempio i delfini:




Di particolare interesse il mondo acustico fatto di echi, che consente ai delfini di percepire non solo la distanza, ma anche la forma, la grandezza, lo spessore degli oggetti o degli altri esseri viventi che incontra sul suo cammino.

Questi mammiferi sono dotati di un ricchissimo “vocabolario”: oltre a fischiare, grugnire e strillare, riescono a emettere una vasta gamma di suoni percepibili da noi uomini, oltre a emettere ultrasuoni con frequenze troppo elevate per i nostri limitati organi acustici.

Un gruppo di studiosi del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ha recentemente provato in questi animali la coesistenza di due tipi diversi di linguaggio, uno per “giocare” e l’altro per “comunicare” con il gruppo.

I delfini parlano, ma con il loro gruppo utilizzano un “dialetto” particolare, che si sviluppa nel corso degli anni e che diventa un veicolo di riconoscimento fra esemplari della stessa comunità.

«I delfini — spiega Massimo Azzali del Cnr — comunicano usando due linguaggi o segnali acustici: i suoni (frequenza 20kHz), detti segnali di vocalizzazioni, e gli ultrasuoni (frequenza tra 20 e 200 kHz), detti segnali sonar o di ecolocalizzazione».

Le due vocalizzazioni sono molto diverse: le prime sono innate e vengono prodotte in occasione di uno specifico evento: in generale riflettono la reazione “emotiva” del delfino a uno stimolo esterno.

Nel corteggiamento, quando hanno paura, quando si arrabbiano, quando sono stressati e in moltissime altre occasioni, questi mammiferi super-intelligenti emettono le frequenze da 20kHz.

Come delle grida spontanee, immediatamente percepibili e affatto difficili da emettere e da essere comprese.

I segnali sonar dai 20 ai 200 kHz invece sono più difficili da imparare e da capire.
«La condivisione delle percezioni/evocazioni che scaturiscono dai segnali sonar — prosegue Azzali — si imparano con il tempo e richiedono che nella comunità si sia formato un linguaggio sonar comune, ovvero una connessione suoni-immagini acustiche che valga per l'intera comunità».
Si può perciò presumere che il linguaggio sonar di un gruppo richieda un lungo periodo di apprendimento da parte dei suoi membri più giovani perché contiene molti elementi tipici ed esclusivi di una comunità.
Ed è per questo che i delfini devono vivere un lungo periodo di apprendimento prima di formare un gruppo con il quale condividere il linguaggio. Un training lento e complicato, che permetta loro di orientarsi nella giungla dei segnali sonar degli altri membri del gruppo in modo da imparare ad ascoltare e a parlare la stessa lingua.
Solo dopo questa lunga fase di apprendimento nascono solidi legami sociali.

«Con le relazioni echi-immagini — precisa Azzali — valide per tutti i membri della comunità, nascono i rapporti sociali. Dai nostri studi risulta che gruppi diversi usino il linguaggio degli echi con modalità diverse».
In ogni caso, tramite l’ecolocalizzazione i delfini sono in grado di comunicare fra loro chiamandosi per nome.

Ma quando inizia l’apprendimento?
Secondo lo studioso del Cnr il cucciolo di delfino comincia ad apprendere il linguaggio sonar addirittura dalla pancia materna «perché i suoni si propagano quasi allo stesso modo nell’oceano e nel corpo della madre».
L’apprendimento continua poi dalla nascita ai quattro anni esclusivamente tramite la madre e poi tramite tutto il resto del gruppo.

Un’ultima curiosità: i delfini dormono galleggiando in superficie e una metà del loro cervello rimane intenta
a vigilare.

Argomenti dal blog

Spunti per una discussione

http://ambientidigitali.blogspot.com/2009/05/proposito-di-integrazione.html

Dite la vostra...

blog su amici

siamo a conoscenza dell'esistenza di un blog su amici di maria de filippi, ma non abbiamo nè il link del blog nè il contatto di chi lo ha creato...
per chi avesse maggiori informazioni è pregato di contattare enrica.marrelli AT mondoailati.unical.it
GRAZIE DELLA COLLABORAZIONE

cos'è un farabutto

Che cos'è dunque un farabutto per questo pubblico in parte composto, sembra, di irregolari? Essenzialmente un instabile, che ammette le regole solo quando gli sono utili e trasgredisce la continuità formale degli atteggiamenti. E' un uomo imprevedibile, quindi asociale. Si rifugia dietro la Legge quando giudica che gli sia propizia e la trasgredisce quando gli fa comodo tradirla; ora nega il limite formale del quadrato e continua a percuotere un avversario letalmente protetto dalle corte, ora ristabilisce tale limite e rivendica la protezione di ciò che un minuto prima non rispettava. Questa inconsequenzialità, molto più che il tradimento o la slealtà, mette il pubblico fuori di sé, in quando esso, urtato non nella propria morale ma nella propria logica, considera la contraddizione degli argomenti come il più ignobile degli sbagli. Il colpo proibito non diventa irregolare se non quando distrugge un equilibrio quantitativo e turba il rigoroso computo delle compensazioni: ciò che il pubblico condanna non è affatto la trasgressione delle pallide regole ufficiali, è il difetto di vendetta, il difetto di penalità. Così, niente è più eccitante per la folla del calcio enfatico al farabutto vinto; la gioia di punire arriva al colmo quando si appoggia a una giustificazione matematica, e il disprezzo, allora, si fa sfrenato: non si tratta più di una salaud ma di una salope, gesto orale della degradazione ultima.
leggi tutto http://kripax.blogspot.com/2009/05/blog-post.html

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