sabato 16 maggio 2009
Portali universitari
"Un'altra cosa: il sistema Unical non funziona male. Il sistema dei servizi, specie quelli informatici che avete trattato in alcuni post, funziona. Abbiamo strutture all'avanguardia, gli esperimenti del CERN di Ginevra sono nati all'Unical 30 anni fa, ed adesso vi sono nostri ricercatori lì.
Se qualcosa non funziona, siamo noi che la vogliamo così: viviamo nell'illegalità più diffusa, alla ricerca di un modo per fregare l'università, e parliamo ancora di servizi che non ci danno?
Andiamo a mensa con i tesserini esente, dichiariamo di meno e prendiamo le case, paghiamo le macchine lussuose con le borse di studio ed utilizziamo le associazioni come una fonte di guadagno. Il problema è dell'Unical o nostro?"
A voi risulta che sia vero?
Pur ammettendo che le nostre siano strutture all'avanguardia, vi sembra che i servizi nonché i benefici che potremmo trarre da esse siano effettivamente garantiti?
Vi sembra che il problema possa considerarsi risolto semplicemente dicendo: "i ladri siamo noi" e tiritere simili?
Dite la vostra
BBBBLLLLOOOGGG!!!!
Ehmmm più che di vere proposte si tratta di vagheggiamenti però...oh ne vale la pena!
Chi non sogna è perduto!!!
Ecco il link del mio blog...per il momento c'è un pò poco ma presto ci saranno novità!
http://antiniska-caparelli.blogspot.com/
Il TeamSpeak, usiamolo pure
Prima di tutto, scaricatelo ccuà e istallalo senza pensarci.
Secondo, cerca di farti vedere alle lezioni, perché così lo proviamo tutti insieme (procurati una cuffia col microfono da mille lire).
Una volta istallato, aprilo, e fai quick connect, ma solo se sei nel laboratorio con noi, perché ti dobbiamo dire il server.
Se vuoi utilizzare il TeamSpeak per giocare su internet per cazzi tuoi, cerca su google "TeamSpeak server", ce ne sono a bizzeffe.
Il Timspìc è uno strumento dall'utilità molto limitata, specialmente se non ci sono grossi progetti da seguire, ma è importante sapere cos'è e come si usa.
Intanto, è un modo semplice per capire cos'è un server e un client:
Server -> Computer che raccoglie e smista le conversazioni di tutto il gruppo di timspiccòsi (na specie di ripetitore della linea dei cellulari).
Client -> Computer che fa parte del gruppo e parla con gli altri (per esempio il tuo)
Il server lo può fare chiunque (anche tu) e ovviamente il flusso di parole viene gestito dal programmino, anche questo sul sito di TeamSpeak.
Ora, spiegare come fare del proprio compiuter un server non solo non serve per l'esame, ma è anche parecchio lungo.
Scaricati quello che ti ho scritto sopra, e vieni a lezione che ci colleghiamo.
Ecco, se lavorassimo ad un progetto serio, il teamspeak consentirebbe al professore di turno di coordinare un gruppo di studenti, al fine di assegnare dei ruoli specifici ad ognuno.
Ad esempio:
Quelli bravi a reperire notizie lavorerebbero sullo stesso canale e collaborerebbero a raccogliere informazioni.
Quelli bravi a scrivere riceverebbero questi dati e si coaudiuverebbero alla formulazione di articoli strutturati.
Quelli con una buona dizione creerebbero un documento audio con l'articolo che quelli bravi ad editare pulirebbero, per poi passarlo a quelli bravi col pc, i quali farebbero un bel documento multimediale audio-testo-video pronto per essere pubblicato.
Vita di ellEbOro
la questione istituzionale: si può pubblicare nel dominio unical.it, con quali regole, vige il principio della libertà di ricerca e didattica se questa pubblicazione è emanazione diretta di un insegnamento?
Premeso che emittente telematica è un lungo lavoro di ricerca nella comunicazione digitale telematica.
La personalità individuale è la ricchezza del nuovo mondo e le tecnologie spazzano, incontrollabili, i residui del vecchio che le vuole normalizzate, ridotte, coatte. Lo spirito popolare recupera con il multimediale e rimonta sulla lingua costretta della razionalità, ma non già regredento ad una mitica dimensione pre-alfabetica, ma prendendo corpo dalle tensioni delle nuove grammatiche di ciò che è esperito, sentito, percepito, pensato in connessione e condivisione a cui il digitale obbliga.
L'obiezione plausibile è che questo non tocchi all'università posta al vertice della piramide dei saperi ove il processo è già spurgato dalle scorie delle pratiche sociali quotidiane di massa e ugualmente non riguardi la ricerca fondamentale di base che procede secondo logiche obiettive e distanti; ebbene, è evidente che non è data gradualità possibile dove spazi e tempi si contraggono elasticamente e perdono forza di riferimento, mentre le logiche di processo prendono per mano lo sviluppo sociale e lo riposizionano continuamente. Da qualche tempo la distanza non ha tempo per stabilirsi e anche la ricerca lavora a questo punto direttamente in contatto con i luoghi della virtualità dilagante che deborda sull'ambiente - facile definirlo post-umano - per l'estroversione delle vite individuali in rete. Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Nell'Informazione, il quotidiano online interattivo è in un perpetuo testa a testa con l'edizione a stampa, nel tramonto inarrestabile del ritmo ottocentesco dei giornalieri di informazione; nella Sanità è in atto un clamoroso affiancamento della ricerca di base con la ricerca clinica che è presente accanto alle persone in ospedali, laboratori, cliniche universitarie, come canale parallelo ed in certo senso autonomo; nella ricerca più direttamente tecnologica, poi, si procede con moti impulsivi sollecitati dagli innumerevoli tentativi, non tutti di successo, che vengono da attori diffusi ovunque che lavorano a contatto con la gente di cui sono parte. C' è un brutale azzeramento della verticalità portato dalla negoziazione che le democrazie non possono contenere viste le tecnologie fuori controllo5, fluide, gassose.
Un'università popolare non ha nulla in comune con il populismo datato dal novecento, né con la gestione delle masse con la normatività primordiale degli automatismi tecnologici. Lo sconvolgimento indotto dalla comunicazione planetaria rimette in gioco, e lo rilancia, l'uomo del movimento moderno, quello che tanta storia aveva rinchiuso nell'epoca e che ora si libera nell'intelligenza delle connessioni che egli può scrivere pubblicamente a partire dal software.
Prova pa parlare posì
Ciao a tutti! Sono Giuseppina Mazzei (alias Joe&inventing) e questo è il titolo del mio blog.
Molti di voi già lo conoscono. Credo però che alcuni ne siano totalmente all'oscuro. Si tratta di giocare con le parole o, meglio, coi suoni articolati, disarticolandoli e riarticolandoli di nuovo. Il tutto seguirà senza sforzo, uno spontaneo piacevole esercizio di parola... Ecco:
"Spero troverete il tempo di visitarlo, sarebbe un piacevole passatempo mentre il tempo passa a piacer suo..."
dunque http://giococonparole.blogspot.com/