La musica , come linguaggio verbale , realizza i propri segni per
mezzo di una sostanza sonora.La musica ,come il linguaggio, impiega
direttamente la voce umana, prodotta dal medesimo apparato fonatorio.
Sappiamo che i fonemi, presi isolatamente, non sono significanti :
solo dalla loro aggregazione nasce il significato; neppure un suono ,
da solo , ha senso musicale ed è necessario porlo in relazione con gli
altri suoni per generare costrutti melodici o armonici sensati.Inoltre
sia la musica sia il linguaggio si sviluppano discorsivamente secondo
l'asse lineare della successione ,dando luogo a sequenze ed enunciati
che, non a caso ,vengono chiamati frasi sia in musica sia in
linguistica.Considerando piu specificamente il modo in cui musica e
parlato formano e organizzano la sostanza fonica, si identificano due
piani essenziali di correlazione:entrambi i linguaggi operano su un
repertorio di suoni o unità minime di base ; queste vengono combinate
dando luogo a unità maggiori caratterizzate da un ventaglio di
parametri chiamati TRATTI SOPRASEGMENTALI,in quanto si innestano sopra
i segmenti di suoni base per organizzarli in sequenze unitarie.
Non vi è dubbio che nelle culture piu antiche parole e musica fossero
strettamente collegate :" La parola greca aveva un saldo corpo
sonoro;possedeva una propria ,ostinata volontà musicale.Le singole
sillabe non erano nè allungabili nè abbreviabili.Erano per natura
lunghe o brevi [...]. E un particolarissimo rapporto fra musica e
linguaggio esiste ancora nei cosiddetti "linguaggio-suono" dove il
significato di una sillaba dipende dall'altezza alla quale viene
proferita e quello di una famiglia di parole dall'altezza e dal tipo
di intonazione con cui viene pronunciata. Di qui, l'insistenza
dell'etnomusicologia sull'importanza della riproduzione, nelle
trascrizioni , dell'esatto "profilo dinamico" della frase parlata,
poichè nei linguaggi-suono alla più piccola alterazione delle parole
consegue una modificazione della melodia e viceversa. Soprattutto in
Africa -dove specifici strumenti sono atti a riprodurre ritmi,
modulazioni e inflessioni del linguaggio parlato in forma musicale e ,
per esempio, la differenza di intonazione tra due tamburi di pelle
usati per trasmettere notizie corrisponde all'intonazione delle vocali
alte e basse del linguaggio usuale- risulta difficile affermare dove
inizia e finisce la musica, o quali confini segnino il passaggio dal
parlato al canto. Sebbene si possa rifiutare l'ipotesi che il parlato
sia la forma embrionale della musica, si può discutere ancora se gli
antichissimi linguaggio-suono non siano la sorgente comune del
linguaggio e della musica.Infatti tali linguaggi sono di per sè già
musicali . Se poi vengono cantati, la musica aggiungerà un effetto più
arioso alla curva melodica del discorso, già determinata; rinforzerà
insomma l'elemento musicale, comunque preesistente. Naturalmente , può
darsi che l'intero linguaggio sia solo una specie di musica a basso
livello; ma è più probabile che il linguaggio-suono sia il più antico
elemento da cui presero vita la parola e il canto, la parola muovendo
verso un ritmo libero , la musica verso un ritmo più regolato.
FRANCESCO CARDILE