Si inaugura il 23 a Taverna alle 18.00 (proseguendo fino al 26 a Villaggio Mancuso) con il soprintendente Fabio De Chirico, Josè Antònio Cabrita do Nascimento, Donata Chiricò, Daniele Gambarara, Rosaria Giuranna e Virginia Volterra (in una sessione dedicata a Tommaso Russo "Segni che non si interrompono") e con una improvvisazione di Jaka e Mama Marjas (nella foto).
Fin dal principio la rassegna ha costellato gli eventi musicale di percorsi divulgativi disciplinari pensati nella prospettiva del "lifelong learning", ed è per questo che le perfomance poetiche e musicali si inseriscono in un quadro di attività che comprende incontri, seminari, workshop, giochi, degustazioni, escursioni, che si rivolgono a tutti.
L'idea di fondo è sempre stata quella di offrire una forma di intrattenimento educativo, nella prospettiva della formazione continua e permanente - stimolando coinvolgendo e divertendo- allo scopo di favorire processi di apprendimento e promuovere percorsi di ricerca, basati sulla curiosità e sul desiderio di scoprire e di conoscere.
Per questo l'ottava edizione di VIS MUSICAE - in occasione dell'Anno Europeo della Creatività e dell'Innovazione - è dedicata alle arti della parola, o arti del dire, che coinvolgono le lingue (maggioritarie e minoritarie), i saperi, le identità, e naturalmente la musica, offrendo molteplici possibilità di confronto multi ed interculturale. Partendo dal patrimonio immateriale del canto della poesia improvvisata - che è uno degli aspetti più originali e meno conosciuti della cultura euro-mediterranea e che rimanda alla dimensione storica, sociale e antropologica delle rispettive lingue - si arriva al freestyle, l'improvvisazione nella cultura urbana hip-hop, confrontando le differenze e i punti di contatto delle rispettive forma di contrastro poetico grazie alla presenza di artisti provenienti da diversi paesi: Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna. Ma in questa festa della poesia orale spicca un idioma non vocale, che la rassegna abbraccia per la prima volta come feconda innovazione : la lingua dei segni.
In altre parole, la poesia della cultura sorda, da "ascoltare" con lo sguardo, non conosce la scrittura ed è privileggio dell'istante e dell'esecuzione. L'intensità della comunicazione passa attraverso un diverso canale sensoriale, e nell'espressività visivo-gestuale del suo flusso - molto consono al rap - c'è qualcosa che va alla radice del linguaggio poetico. Le difficoltà di traduzione, in un senso e nell'altro, sono una sfida ulteriore nel contesto dei duelli verbali tra poeti a braccio.
Ma la creatività verbale e l'immagionazione non conoscono frontiere, e grazie anche ai traduttori e ai sottotitoli, il pubblico sarà l'artefice dell'evento, perchè i poeti a braccio attendono i temi, gli argomenti e i personaggio sui quali intonare i propri versi estemporanei.
Caterina Salerno, presidente associazione Vis Musicae
Paolo Scarnecchia, direttore artistico Vis Musicae
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