mercoledì 27 maggio 2009

Palinsesti

Il titolo del libro di Genette, Palinsesti, subito suggerisce un’immagine piuttosto eloquente, quella del palinsesto, ovvero manoscritto antico su pergamena, nel quale la scrittura è stata sovrapposta a un’altra precedente raschiata o comunque cancellata.
http://www2.units.it/~clettere/borges.htm
E’ facile capire ora che l’oggetto di studio del libro in questione non è il testo preso nella sua singolarità e autonomia, bensì l’architesto, la letterarietà della letteratura, l’architestualità del testo, ovvero la sua trascendenza, intendendo quest’ultimo termine nel suo significato etimologico, dove "trascendere" è oltrepassare un limite, superare una recinzione e dunque inserirsi in una trama di relazioni.
Genette, in questa occasione, parla più precisamente di transtestualità, intesa come categoria ampia e comprensiva che può includere altri tipi di relazioni transtestuali, e che potrebbe essere definita sommariamente come "tutto ciò che mette in relazione, segreta o manifesta, un testo con altri testi".
La relazione ipertestuale (dove "ipertesto" non è in questo caso il testo virtuale) è intesa come strumento di indagine privilegiata del fatto estetico: riguarda certamente la letteratura ma anche le altre forme d’arte, dalle arti plastiche e figurative alla musica. Genette dedica il paragrafo che precede la conclusione, intitolato "Pratiche iperestetiche", proprio alla ricognizione sommaria di come le categorie individuate nella parte precedente in riferimento alla letteratura, siano estendibili anche in altri campi con le dovute distinzioni.
Anche la stessa genesi di un’opera, nel caso in cui si intenda questa come "processo" e non come "dato", è, per Genette, una questione di ipertestualità, e più precisamente, di autoipertestulità, che procede tramite amplificazioni, riduzioni, sostituzioni: "ogni stato redazionale rappresenta infatti un ipertesto rispetto alla versione precedente, e un ipotesto rispetto a quella che seguirà".
L’immagine di una letteratura che ha come carattere essenziale e intrinseco la transtestualità nasce nel solco di un concetto postmoderno della stessa, che mette in crisi un’idea forte di autorialità e supera il mito romantico dell’originalità di un’opera, che diventa "bricolage" e "citazionismo"; si parte infatti dal presupposto che "fare il nuovo con il vecchio abbia il vantaggio di creare oggetti più complessi, più avvincenti", rilanciando anche "le opere antiche in nuovi circuiti di senso".

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