domenica 28 giugno 2009

[BarCampus] Goffman e i suoi allievi verso l'etnografia dei bassi fondi

Sia Turner che Goffman hanno affrontato studi sulla devianza nei quali gli individui 'marginali' sono identificabili come soggetti che non condividono una morale riconosciuta ma spesso sono ottimi 'attori', dalle spiccate capacità autorappresentative, elaborate nel tempo. Esse vengono utilizzate per farsi accettare con maggiore facilità dagli altri e dalla comunità ospitante: "(...) la sociologia dell'inganno ha condotto Goffman e i suoi allievi verso l'etnografia dei bassi fondi. Non perché l'inganno non sia praticato in altri ambienti, ma perché è nei bassifondi che si trovano alcuni degli esempi più puri di strategie basate esclusivamente sull'abilità nel controllo delle impressioni. In altri termini è in questo contesto che spesso le persone si lanciano in affari a mani vuote e con un sorriso accattivante." (23)

La società 'individua' al suo interno un certo numero di persone che per la particolarità del comportamento o della loro condizione definisce 'marginali', perché estranei alla piena condivisione della vita comunitaria e per questo potenzialmente pericolosi per gli altri suoi membri.

In una situazione marginale si trova anche colui che esce temporaneamente dal novero della comunità per sottoporsi a un 'rito di passaggio', ed è in questo senso che si comincia a parlare più specificatamente di attraversamento liminale; una fase di transizione che precede e introduce a una nuova condizione o a un nuovo status sociale (24). Il rituale diviene un elemento fondante del processo di integrazione o di esclusione da una componente della società.

La condizione di marginalità rimane sospesa fino a quando l'individuo deviante non entra a fare parte di un'altra cultura, o di una subcultura, che determina il permanere nella condizione di marginalità. Con il termine subculture o sottoculture si intende riferire dei gruppi che, operando organizzazioni di significato, condividono codici e valori distinti dalla cultura egemone, pur condividendone spazi urbani e sociali. Questa organizzazione culturale diviene riferimento, accomuna, ad es., una serie di devianti che condividono regole da essi stessi stabilite e che spesso sono definite "a-morali" dalla società dominante (25)

1 commento:

  1. Ma quell'individuo losco di sfondo chi è?

    E inoltre, è giusto parlare di subcultura? O si potrebbe meglio parlare di co-cultura?

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